"A New Adventure of Captain Future" CAPITOLO XV: Nova e supernova
Al ritorno sul Comet–animato Grag dovette tranquillizzare Joan:
“Captain Future se la caverà”.
“Come sempre”, aggiunse Otho che non appena entrò in plancia di comando abbracciò il piccolo Ook, “il nostro Curtis, sa il fatto suo”.
L'allusione al ‘nostro’ non piacque a Kyaputen Fyūchā che si sentì da meno rispetto all'altro Newton. Ma non disse niente e si limitò a consegnare la Televisione al ‘suo’ Otho, intento a cablare il laboratorio.
“Tutto pronto?” chiese, senza aggiungere altro.
Per un oscuro fenomeno di osmosi i due cervelli di Simon Wright, incastonati nelle reciproche macchine levitanti parlavano in sincrono. Il Cervello ‘reale’ e quello animato, malgrado la differenza trans-dimensionale, si erano trovati su una stessa linea esistenziale, divenendo un tutt'uno bio-tecnologico. Stavano in aria fianco a fianco senza riuscire a separarsi; come calamitati.
“Se opereremo in laboratorio un'azione trans-dimensionale animata potrebbero accadere collisioni molecolari non controllate” fu l’avvertimento per l’intera squadra.
“Cosa significa?” chiese la Joan–animata.
“Che, al momento dell'apertura del passaggio, Kyaputen Fyūchā e i Futuremen potrebbero venire richiamati indietro per volere di Tomoharu Katsumata e della Toei Animation”.
“Per il volere di chi?” chiesero in coro tutti i presenti.
“Dall'Animatore e dai Produttori della serie animata. Oppure finire in un’ulteriore dimensione artificiale…come ad esempio un’animazione digitale 3D…o un stop-motion…oppure un motion capture con attori reali (e sicuramente Curtis sarebbe interpretato da qualche divo di Hollywood), puppet animation in stile Thunderbirds, tecnica in rodovetro come quella usata per Masters of the Universe…rotoscopio, bitmap graphic, oppure…”
Otho incominciò a balbettare: “C-cervelli, v-vi siete bevuto il c-cervello?”.
“Oppure?” esortò Kyaputen Fyūchā a concludere la frase.
“Oppure finire al posto di altri Captain altrettanto sfuggenti come Captain Power, Captain Tsubasa, Captain Harlock, Captain America, Captain Kirk, Captain Hook. Ma questa è una eventualità remota”.
“E allora evitiamo di parlarne, signori Simons” tagliò corto la Joan–animata che non ci teneva a vagare attraverso ignoti flussi di molecole.
“La Televisione è pronta; passaggio trans–dimensionale in apertura” dissero i Simon Wright.
“Sono pronto a mutare fisionomia con quella di Ul Quorn”, disse Otho.
Non appena convogliarono l’impulso di energia, l'apparecchio televisivo sfrigolò; bande laterali cominciarono a sgretolarsi in puntini bianchi brulicanti.
Si mosse una sagoma, snella, flessuosa, che prese colore, irradiando un flebile bagliore. Una figura femminile si avvicinò in piano americano dentro lo schermo. Parlò suadente, tenendo delicatamente nelle mani un prodotto surgelato:
“Quorn® guarda al mondo da una prospettiva diversa. Sappiamo che la crescente popolazione mondiale ha bisogno di una dieta che sia sana e sostenibile. Per questo, quando si tratta di produzione di proteine, partiamo scegliendo di utilizzare in tutti i prodotti Quorn la mycoprotein, una fonte ricca di proteine e fibre. Quorn ha l’obiettivo di ispirare le persone a scegliere un’alimentazione sana, offrendo ricette squisite e gustose, ricche di sapore e di nuove esperienze di gusto da tutto il mondo...”
“Simon, che roba è?” fece Otho, grattandosi la testa.
“Abbi pazienza, questo è un advertisement...”
“Un ‘cosa’?” fece Grag, anche lui confuso.
“Una reclame, una pubblicità, uno spot, un consiglio per gli acquisti. Come altro definirlo? Non c'è epoca in cui questa prassi della illustrazione esortativa di qualcosa da vendere non abbia trovato terreno fertile. Conoscete il concetto di brand?”
Nessuno rispose.
“È un antico termine per definire la matricola costitutiva di appartenenza di un determinato oggetto. Ai tempi della Televisione, e per molti secoli a venire, quella matricola era essenziale agli occhi del prossimo. Possedere un capo di vestiario o un parafernale di un brand piuttosto che di un altro determinava, nel più dei casi, un elemento distintivo sociale.”
“Evidentemente avevano troppo tempo da sprecare per pensare a queste stupide cose” fu la considerazione di Captain Future.
“Curt, ti sfugge un particolare importante: la popolazione era stipata in un solo pianeta del Sistema. Il loro mondo era tutto lì e la vita era inscatolata come questo prodotto reclamizzato. Hai idea di quante volte gli esseri umani hanno rischiato di autodistruggersi? Quando non c'era una guerra, c'era una pace a base di alimentazione estrogena, amianti e prodotti farmaceutici altamente cancerogeni, carni e verdure modificate, agenti patogeni letali, centrali nucleari che esplodevano, pandemie vaganti, ignote psicosi di massa. E questo trabiccolo era il veicolo di diffusione e megafono mediatico di tutte queste cose...”
“Il brand Quorn® ha aspetto e consistenza molto simili alla carne; ma carne non è: il suo vero nome è Fusarium venenatum ed è in realtà, più che un fungo, un microorganismo parassita...”
“Potremmo terminare questa visione?" fece Captain Future spazientito.
I due Simon Wrigth fluttuarono fino allo scatolone e praticarono un movimento rotatorio su di una manopola.
STAK!
“Ecco, abbiamo cambiato canale.”
Kyaputen Fyūchā, invaso nella sua stessa plancia di comando da persone protoplasmiche fatte di sangue instabile e acqua, non riuscì a trattenere il disappunto. Malgrado vivesse nel tempo astratto del futuro narrativo, un futuro fittizio inventato da un regista di cartoni animati giapponesi, conosceva a menadito usi e costumi della minaccia consumistica.
“Cosa ne sapete voi, esseri di questo presente dimensionale? Io ho visto cose che voi non potete nemmeno immaginare: camaleonti far sorridere con una forchetta una mezza luna impanata, orsi lilla sprofondare in tessuti spugnosi morbidi come materiali gommosi, polli squadrati, denti immacolati, viaggi al centro dello stomaco irrorato di agenti acidi, nani maleodoranti, sporco invincibile, rasoi alla velocità di un caccia bombardiere, uomini che rubano fiori già colti, veicoli traballanti a ruote di gomma venduti come i più sofisticati aviogetti familiari, ed era tutto più vero di quanto lo siete voi, adesso, in questo istante e in questo spazio...”
Un altro profilo umano (ma questa volta di uomo) si impresse sullo schermo televisivo. Tutti sobbalzarono perché quel volto aveva uno sguardo penetrante e crudele. Aveva capelli blu scuri, prospicenti sulla fronte oblunga con una frangia che aveva l'aria più della stempiata che di una strategia estetica. Sulle guance due lunghe rughe gli solcavano il viso aguzzo e un naso sottile non faceva presagire nulla di buono.
“È Ul Quorn” disse il Greg animato
“Ma non assomiglia per nulla al Mago di Marte che conosciamo!”
“Il vostro è più rugoso e decisamente più ampolloso…” sottolineò Kyaputen Fyūchā.
“Ma entrambi scommetto che sono di una perfidia inarrivabile…”, corresse il tiro Captain Future.
“Temo proprio di sì”.
Otho si sbracciò a più non posso: “sgomberate la plancia! Subito! Sta arrivando e non deve vedervi...”, e si sistemò il volto modellandosi gli ultimi particolari sulla cartilagine sintetica degli zigomi.
L'uomo animato che comparve dallo schermo, allungò una mano e poi l'intero braccio. Si ritrovò sospeso in un tunnel d’aria, sprofondandovi dentro come si trattasse di una sottilissima pellicola. Come la placenta gommosa di una pianta venusiana partoriente, la forò e vi inserì una gamba, poi l'altra, infine il corpo, il busto e la testa.
L’Ul Quorn animato emerse nel laboratorio del Comet e sgranò gli occhi quando, in mezzo a quel luogo colorato (e a sua volta animato) si trovò di fronte un uomo ‘in carne ed ossa’. Il silenzio era interrotto solo dalla pulsazione continua di un bip elettronico.
“Ul – Quorn,” fece Otho cerimonioso, “è un onore incontrarti”.
“Chi sei tu?” il transfuga dimensionale tirò fuori una pistola di neutrini a canna lunga e la puntò dritta sulla fronte di Otho.
“Acquieta il tuo temperamento, gemello dimensionale. Io sono l'Ul – Quorn di questa dimensione. Conserva il tuo odio per la missione che ti aspetta...”
“Quale missione?”
“Distruggere una volta per tutte Curtis Newton”.
Ul Quorn, con circospezione, abbassò l'arma. La sua voce era tagliente e, come per tutti gli altri, “illogica”. No, non vi erano ancora aggettivi appropriati per delineare i confini tra una intersezione di mondi così distanti...
“Avanti parla”.
“Sai dove siamo?” era la domanda ad effetto che fece Otho “sul Comet del ‘tuo’ Kyaputen Fyūchā” disse, senza attendere risposta dall'interlocutore.
“E ciò come è possibile?”
“I ‘tuoi’ stramaledetti Futuremen sono arrivati in questa dimensione, ma io sono riuscito a confiscare la loro astronave. Per trovare riparo, si sono rifugiati nella base che compare alle vicine coordinate”, sullo schermo in sala di comando comparve la Base Macchia Rossa orbitante, intatta e stazionaria.
“Raggiungila con la Nova e distruggila: così facendo avremo ucciso i Curtis Newton di entrambe le dimensioni e tu finalmente raggiungerai la gloria in questo altro vasto Universo...”
La scarsa diffidenza era un dato di fatto nella dimensione animata: il profilo psicologico degli alter ego era nettamente meno complesso rispetto a quello delle versioni ‘reali’, in carne ed ossa.
E dunque, senza pensarci troppo, Ul Quorn accettò di aiutare l'omologo e richiamò a sé l'immensa astronave Nova, squadrata e minacciosa, grande quanto un asteroide di ragguardevoli dimensioni.
Aveva la forma di un parallelepipedo senza aperture e senza una prua segnalata da polene spaziali. Quando solcava lo spazio siderale, la Nova, mostrava al solo colpo d'occhio la brutalità, la cupezza e la malevolenza della mente alla sua guida. Non sembrava un'astronave: ma una megalobestia organica ostile e corazzata.
Assieme a Ul Quorn vi erano alcuni fedelissimi compagni del crimine, fuggiti dal Penitenziario Interplanetario di Cerbero. La più importante di essi era N'Rala, una bellissima venusiana dai capelli verdi, vestita in abito lungo di un tessuto brandizzato.
“Tutto pronto Ul Quorn” disse lei seduta alla console di controllo del raggio nucleare definitivo
“Ringraziamo lo scienziato Skal Kar per aver progettato questa meraviglia. Peccato sia morto in circostanze tragiche: chissà quanti altri giocattoli avrebbe costruito ancora per noi...” ghignò Ul Quorn, lisciando la spalla di N'Rala.
La ragazza si girò verso l’uomo e i capelli le caddero flessuosi sulle spalle; lui li raccolse in una piccola fontana e le ruotò delicatamente la testa in cerca delle labbra.
Chiusero gli occhi e mentre il bacio divenne di fuoco, l'indice affusolato di N'Rala sfiorò il pulsante luminescente della console.
Fu un istante: il più grande fascio artificiale di pseudoenergia nucleare di tutta la galassia detonò nel silenzio dello spazio e divorò dentro ad una nube verde l'intera Base Macchia Rossa.
Il tempo sembrò fermarsi; poi il rinculo che seguì fu talmente spaventoso da ingoiare il buio vuoto siderale di un intero quadrante. L'onda d’urto innescò una reazione a catena incontrollata e la Nova fu spinta, come una cometa, all'indietro fin dentro Giove.
Le dense polveri seguirono la scia dell'astronave trans-dimensionale creando una corona incandescente; divenne un tentacolo di dimensioni megalitiche che affondò nell’atmosfera gassosa di Giove e precipitò sin dentro al core del pianeta.
Giove divenne il laboratorio incandescente di una Super Nova.
Fu così che Caphias, dalla lontana Vega, vide un puntino di grande magnitudine comparire nel quadrante del Sole e se ne sorprese.
E l’oracolo del BRION CEMETERY si inchinò alla nascita del un nuovo disco solare.
L'acqua della Terra iniziò a bollire, i ghiacci ad evaporare.
Dopo un’infinita sequenza di rotazioni orbitali, lontani, alla deriva in direzione di Saturno, il Comet di Kyaputen Fyūchā e tutti i Futuremen animati vennero rigettati nella dimensione di origine.
E con loro la Televisione, nella pancia della balena scomparve per un dove e un quando senza canale.
Otho, Grag, Joan, Il Cervello, Ook e Eeg avevano preso il largo con il ricognitore.
Ora, nel Sistema, vi erano due stelle.
Ma nessuna traccia di Captain Future e del suo acerrimo nemico Ul Quorn.
つづく