Sabbiosa
Lo zio era alle prese con una torta. L’adorava, per la sua consistenza spugnosa. Ma nella frenesia bestemmiava contro la confezione artigianale sigillata alla bell’e meglio da un’azienda locale.
— Perché le fanno così?
Con la punta di un coltello cercava di fare leva sullo sportellino di plastica, e poi a mano, unghie corte permettendo, provava a togliere le puntine di metallo che servivano da chiusura.
— Bastarde…—
Zio Olinto aveva una brutta stempiata e dei capelli lunghi bianchi che gli partivano ai lati, cioè una specie di ritratto dell’hippy pentito. Aveva fatto gli anni Settanta, gli anni Ottanta e gli anni Novanta procedendo attraverso un graduale trascolorare di impegno ideologico. Era partito dall’extraparlamentarismo casual fino a precipitare nell’ordalia del qualunquismo più totale. Era un uomo dalla corporatura piena, mani grosse in contrasto con una testa piccola e poco proporzionata e nell’insieme dava l’idea di una persona truffaldina.
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"Sabbiosa" è un breve racconto di violenza domestica. È stato pubblicato dal sito tropismi.it (http://www.tropismi.it/2019/11/27/sabbiosa/) ed è nato come prova di studio per il mio primo romanzo che, ormai completato da più di un anno e mezzo, è in cerca di una pubblicazione.
Dalla fantascienza alla cronaca nera, come suggerirebbe Scerbanenco, il passo è breve.