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Melbourne, la città fondata da Batman.


Nell'immenso continente dell'Oisteralia, il grande territorio dell'Est, c'è la città di Melbourne, fondata da Batman in persona. La città dei cari amici Mick Harvey, Andrew Quinn, Nick Chester e del mai abbastanza compianto Daevid Allen (qui ritratto assieme a Hugh Hopper, Rob Winston, i Mariposa e due terzi degli Hobocombo in una foto storica del 2008 a Firenze).

E di Murdoch, anche.

Non appena usciti dal main entrance del Tullamarine airport vediamo un gigantesco manifesto delle Emirates Airlines che pubblicizzano una vacanza a Milano, con tanto di foto del Naviglio Grande di notte.

Ouch: mi hanno dato una stanza al 15esimo piano, con vista sul "Peter MacCallum Cancer Institute". Malgrado ciò, dall'ultima volta che sono venuto qui a Melbourne, ne conservo ancora un bellissimo ricordo.

Andai a vedere il museo dedicato al compositore australiano Percy Grainger: pianista, virtuoso, inventore, personaggio controverso è uno dei pochi compositori a cavallo dello scorso secolo che ha lasciato un segno nella cultura storica della musica anglosassone prima della "popular music" del dopo guerra.

In un negozio di dischi (alla vecchia, sì) ho scoperto un altro compositore dal nome altisonante di Fredrick Septimus Kelly: fu atleta e poi soldato e come tanti della sua generazione (quella ben ritratta nel film "Momenti di Gloria") perì durante la Prima Guerra mondiale con il fucile in mano anzichè con la penna.

Scrisse un Elegia per archi e arpa dedicata al celebre poeta Rupert Brooke di marca squisitamente vittoriana.

Una specie Vaughan Williams, più celebrativo (per quanto sia possibile esserlo ancora di più).

Scopro che qua, poco prima che atterrassimo, c'è stato un pazzo con la macchina che ha fatto un massacro in centro.

Il modello è sempre lo stesso di Nizza e di Berlino ma senza nessun nesso

con cose tipo Islam o organizzazioni più o meno organizzate.

Così: una perfetta testa di cazzo di 27 anni, gli prende storta, si cala un po' di robaccia e si fionda sulla gente.

L'hanno fermato sparandogli al braccio.

Tutto questo mi fa pensare, più che al terrorismo dei tempi dei talebani, al capitano, sua eccellenza delle teste di cazzo: Breivik.

Quello là ha cominciato, se così si può dire, a sdoganare il delirio distruttivo del singolo individuo.

Questa robaccia dell'auto-distruzione che diventa altra-distruzione sembra avere sempre meno barriere.

Nel parco dell'Arts Centre Melbourne hanno tagliato l'erba da poco e l'odore è talmente forte e potente da rimandarmi direttamente alle sensazioni inebrianti di inizio primavera.

Durante il concerto, Polly ha cantato schivando accuratamente con gli stivali alcune piccole coccinelle (o chi sa qualche altro tipo di bug australiano) con di fronte 7mila esseri umani.

Faceva dei percorsi sul palco tenendo conto di quelle insignificanti bestiole.

Questo la gente non poteva saperlo.

Ma è stato, per me, un esempio fulgido di come l'infinitamente piccolo può influire sull'infinitamente grande.

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