A Fremantle c'è la statua di Bon Scott.
Ops, cos'è questa gratella davanti all'autobus?
Ah, certo: la protezione anti-canguro! In caso di investimento (facile come beccare dei cinghiali in Casentino) gli autisti per il pick-up dall'aeroporto devono tutelarsi. Ho osato far giungere una castagna "vera" dall'Europa: la restrizione su queste cose è ossessiva, visto che si tratta di un isola con un ecosistema protetto. Potevano pensarci prima di far fuori migliaia di aborigeni e impiantare città cementizie prima di correre ai ripari con mille regoline? Inoltre non è consentito portare in terra australiana più di 50 sigarette a testa. Che strano numero: cosa sono, due pacchetti e mezzo? Mi si spiega (come tutto, ad ogni singola domanda che faccio) che qui ci sono i pacchetti grandi da 25 sigarette.
Costeranno l'ira di dio. L'hotel sembra una nave a vapore del Mississippi: niente grattacieli davanti, qualche statua di fondatori e benefattori dello scorso secolo, un parco e una ruota panoramica (piccola). La stanza è tutta in ordine ma è come se ci fosse qualcosa di sottilmente sudicio, uno vago senso di incuria e di decadenza. Tra le altre cose, mi si spiega che in questi giorni il sole è tremendo: motivo in più per stare in stanza ed analizzare meglio cos'è che non va qui dentro. D'accordo, mi sono fatto un'idea. Fremantle era una delle più grandi prigioni della costa ovest dell'Australia. Si vede che la razionalità e l'ordine che c'è attorno è una faccenda di generazioni. A 17 km circa, nell'Oceano Indiano qua davanti, c'è un'isola conosciuta come Rottnest Island. Uno dei primi esploratori olandesi la chiamò così perché, quando sbarcarono trovarono ad accoglierli centinaia di ratti grandi come dei gatti. Ma non erano ratti: erano dei simpatici Quokka.
Lo stesso esploratore fu colui che dette il nome di New Holland all'attuale Australia.
È un vizio umano quello di nominare cose che già esistono (e che hanno già altri nomi) con altri nomi a lui più congeniali.
Mi chiedo ad esempio, il pianeta Marte come si chiamava prima di essere chiamato Marte? Nell'"isola dei ratti", attuale rinomata meta turistica per il suo mare cristallino, i percorsi per i bikers e un paesaggio incomparabile, c'era il Quod, la famigerata prigione per aborigeni gestita da una testa di cazzo di nome Henry, militare inglese sopravvissuto (disgraziatamente) alla battaglia di Waterloo.
Pare fosse famoso per la sua crudeltà. Non si calcola quanti aborigeni torturati e denutriti morirono lì dentro: il campo di sterminio, a quanto pare, funzionò a pieno regime per un bel po' di anni, fino agli inizi del Novecento. Roba da Addio Zio Tom.
A questo punto ero curioso di tastare con mano il tasto dolente: la reclusione australiana. Ho fatto un giro per le Fremantle Prison (1850-1991). L'impiccagione era il metodo di esecuzione legale in uso in Australia fino agli anni '70 circa. L'ultimo condannato a morte nelle Fremantle Prison risale al 1967: c'è ancora la stanza con il cappio e la botola che si apre con la leva. Questo carcere, come moltissimi altri sparsi per tutte le coste del continente, è uno dei tanti visitabili.
La storia è nota: inglesi, scozzesi, irlandesi, gallesi venivano spediti qua a scontare pene inimmaginabili.
Incluse torture, isolamenti e abusi.
Ottenuta, in rari casi la libertà, costruivano famiglia e i figli dei figli dei figli hanno costituto alcuni nuclei importanti dell'attuale popolazione attuale.
Citando Baumann (va molto di moda farlo) la libertà si può esprimere al meglio con "il diritto di scegliere che detiene ogni singolo cittadino".
Io penso che a questo concetto, molto sentito qui, si contrapponga un singolare puritanesimo tipicamente anglosassone che si manifesta in cose tipo le sigarette si fumano "lì", gli ortaggi non si mettono "qui" e non calpestare le aiuole "là". La totale noncuranza secolare dei coloni nei confronti del luogo e un sacco di episodi buffi e comici dell'esplorazione (True Girt di David Hunt) han fatto sì che l'Australia sia divenuta una contraddizione di scuse rivolte a se stessa.
Un divertente e buffo casino insomma. Ci sono centri di studio per le scomparse lingue Dharug e tesi di laurea sulle tipologie di aborigeni senza tetto che risiedono in Sydney, quando per un par di secoli di fatto degli aborigeni non gli è mai importato un fico secco a nessuno. Li vedi in giro oggi, come fantasmi neri che ciondolano per le vie con un sorriso ebete e un bicchiere di plastica in mano.
Gli Italiani fanno i conti con i soliti due o tre mila anni di storia mentre le cose più antiche qua sono un pezzo della celebre nave Batavia che, come recita il cartellino del museo, una parte del suo scafo è rimasto nel fondale marino ben 364 anni!
Noi abbiamo i Bronzi di Riace che sono rimasti sommersi là sotto duemilacinquecento anni e ora stanno "sommersi" là sopra in Reggio nella Calabria Saudita. Ma lasciamo perdere le contraddizioni italiane, va là: basterebbe semplicemente dire che sì, noi l'ultimo condannato a morte per impiccagione lo abbiamo avuto nel 1862 (un secolo prima di quello australiano), ma proprio qui in Australia ci sono le famiglie di Ndrangheta più grosse del mondo. Antiche o moderne che siano 'ste famiglie son roba mica tanto bella, eh. Ah, così lontano così vicino.